Koji Nozaka 1, Naohisa Miyakoshi 2, Takeshi Sato 2, Yoichi Shimada 2

Cosa avreste fatto in questo caso. Paziente diabetica, con artrite reumatoide, osteoporosi da cortisonici, insufficienza renale e cardiaca?

Personalmente, considerata anche la possibilità di mobilizzazione della protesi avrei fatto una semplice fissazione a ponte con concessione del carico passando dopo un mese e mezzo ad una ginocchiera articolata. La frattura metafisaria in genere guarisce rapidamente. In seguito avrei valutato l’opportunità di sostituire il piatto tibiale protesico sulla base della clinica. Il rischio di infezione alla protesi credo comunque sia solo teorico. Nella mia esperienza ho recentemente trattato con successo una pseudoartrosi già infetta di tibia distalmente ad una protesi di ginocchio da revisione con stelo lungo con fissatore tipo Ilizarov. La fissazione periprotesica non ha dato alcun problema di infezione secondaria pur con la mobilizzazione di fili di K e fiches periprotesici (valutazione avvenuta alla rimozione). Ho trattato una infezione superficiale in tramite di filo di K periprotesico con la rimozione dello stesso ed antibiotici empirici.

Quale è la vostra esperienza?
Luigi Lovisetti